Sottodomini: vantaggi, effetti SEO, alternative

Che cosa sono i sottodomini

La definizione più efficace di sottodominio è quella di Register, secondo il quale il sottodominio è un dominio che risiede all’interno di un altro dominio. Poche parole all’apparenza ridondanti, che mettono in evidenza un punto importante: anche se risiede all’interno del nome del dominio principale, il sottodominio deve essere considerato come un dominio a se stante.

Un esempio di sottodominio è subdomain.maindomain.com, all’interno del quale:

– subdomain è un dominio di terzo livello (il nostro sottodominio)

– maindomain è un dominio di secondo livello

– l’estensione (in questo caso il “.com”) è un dominio di primo livello.

Sottodomini vs sottocartelle

Sottodominio o sottocartella: quale scegliere

Dopo aver visto che cosa sono i sottodomini, cerchiamo di compiere un passo ulteriore. Uno dei dubbi che, prima o poi, attanagliano tutti coloro che sono alle prese con la creazione di un sito nuovo, è se convenga creare il blog in una cartella o in un sottodominio. In effetti la domanda sorge spontanea: è meglio l’opzione blog.maindomain.com o quella maindomain.com/blog? Quale delle due porta maggiori vantaggi a livello SEO?

Cominciamo col dire che la sottocartella (es. maindomain.com/blog) è l’alternativa principale al sottodominio e che, a differenza di quest’ultimo, è parte integrante del dominio di secondo livello. Dunque, sottodominio e sottocartella non possono essere considerati come sinonimi; anzi, potremmo perfino dire che riconducono a due filosofie differenti, quasi opposte.

Anche se, stando a quanto dichiarato da Google, sottodomini e sottocartelle vanno entrambi bene, nella maggioranza dei casi, l’esperienza mi ha insegnato a preferire le sottocartelle rispetto ai sottodomini, soprattutto se il contenuto è correlato a quello del dominio principale.

Questa posizione è condivisa da numerosi SEO.

Interpellato sull’argomento qualche anno fa, l’allora CEO di Moz Rand Fishkin rispose:

“Recentemente abbiamo fatto questo test su Moz: abbiamo spostato la nostra guida da guides.moz.com a moz.com/beginners-guide-to-seo. I risultati sono stati sorprendenti: il ranking è aumentato notevolmente su tutta la linea, per ogni singola parola chiave che monitoravamo sulle pagine. Ho avuto modo di vedere molte decine di altri siti fare lo stesso, quasi sempre con risultati positivi simili”. La stessa esperienza positiva raccontata da Fishkin è stata vissuta anche da Monster.co.uk e da Hotpads, che, come riporta questo articolo di Credo, nel momento in cui decise di trasferire il blog da blog.hotpads.com a hotpads.com/blog riscontrò un notevole incremento del traffico organico.

Se non sapete se creare il vostro blog in un sottodominio o in una sottocartella, fughiamo i dubbi una volta per tutte: poiché il contenuto è strettamente correlato a quello del dominio principale, per il blog la sottocartella risulta la soluzione vincente.

Non solo, i casi studio di Moz e Hotpads dimostrano che, se vi trovate in una situazione simile a quella che abbiamo descritto, può essere una buona idea trasferire un blog o un sito da un sottodominio al dominio principale.

Quando creare un sottodominio

Naturalmente ci sono dei casi in cui creare un sottodominio può essere preferibile alla creazione di una sottocartella. Per capire quali siano, dobbiamo soffermarci sui vantaggi del sottodominio.

Se ricordate, nel paragrafo iniziale, “Che cosa sono i sottodomini”, abbiamo detto che questi ultimi sono considerati dai motori di ricerca come dei siti veri e propri. Con la differenza che, rispetto ai domini principali, sono gratuiti (sono compresi nel prezzo) e non hanno un tetto imposto all’origine (per dirla in un altro modo, se ne può creare un numero illimitato).

Nella sua definizione, è racchiuso il più importante dei vantaggi del sottodominio: poiché risulta come un sito vero e proprio (motivo per cui non è adatto ai contenuti strettamente correlati a quelli del dominio principale), risulta eccezionale quando occorre presentare prodotti, servizi o contenuti indipendenti, e quindi per loro stessa natura non affini, da quelli del dominio principale.

Da qui, è facile intuire quali siano i casi in cui conviene creare un sottodominio: quando ci si trova in una situazione simile a quella di Amazon, che all’e-commerce presente sul dominio principale, ha affiancato dei servizi indipendenti, come Amazon Music (che, in effetti, è ospitato all’interno del sottodominio https://music.amazon.it).

Un altro esempio è quello delle piattaforme come blogger, che sono nate per ospitare centinaia di migliaia di siti personali: per loro, creare un sottodominio per ogni blog è indispensabile (ad esempio, nel caso di blogspot, i blog creati dagli utenti sono raggiungibili all’indirizzo nomedelblog.blogspot.com).