Diventato simbolo del linguaggio inclusivo, lo Schwa o Scevà (Ə) è un carattere speciale le cui radici affondano nell’ebraico medioevale e il cui suono corrisponde a una vocale media. Assente nella lingua italiana, è presente in diversi dialetti, come quello napoletano, e nella lingua inglese. La pronuncia dello schwa coincide, ad esempio, con quello della a di about o della u di survive. Fa parte della grande famiglia dell’UTF-8, la codifica standard dei caratteri per il web.
In questo articolo cercheremo di capire quale rapporto intercorra tra Schwa e SEO, ovvero se lo Schwa possa essere vantaggioso o penalizzante per il posizionamento sui motori di ricerca. Proveremo anche a definire se possa essere utilizzato in fase di naming per affermare e contraddistinguere il nome di un brand o di un prodotto. Non entreremo, invece, nel merito del linguaggio inclusivo né approfondiremo ulteriormente questioni proprie della linguistica.
Schwa e SEO, quale rapporto?
Per capire quale legame ci possa essere tra Schwa e SEO, dobbiamo partire dalla definizione. Come abbiamo detto, lo Schwa è un carattere speciale e, come tale, non può essere utilizzato né all’interno di un nome di dominio (il nome univoco che negli indirizzi web compare dopo il www.) né all’interno degli slug. Questo punto ci tornerà utile anche quando cercheremo di capire se inserire lo Schwa nel nome di un brand sia una buona idea.
Il primo punto da considerare nel rapporto tra Schwa e SEO è se il carattere Ə possa essere indicizzato sui motori di ricerca: sappiamo che appartiene all’UTF-8, per cui è possibile.
Il secondo punto riguarda l’utilizzo dello Scevà all’interno delle keyword. Sappiamo per certo che Google tende a correggere gli errori ortografici, per cui, almeno all’inizio, se un utente cercherà una parola con lo Ə, il motore di ricerca si comporterà come quando è in presenza di un errore di battitura: cercherà di correre ai ripari (tuttavia, in alcuni casi potrebbe anche non mostrare risultati). Perché questo non accada, è necessario che gli utenti inizino a cercare spesso queste keyword. Tuttavia, la complessità dell’italiano e il processo di semplificazione verso il quale si sta muovendo la nostra lingua sembrano smentire questa possibilità.
In base a quello che abbiamo detto, possiamo concludere che se vuoi utilizzare lo Scevà all’interno dei tuoi articoli puoi farlo: Google non penalizzerà i tuoi contenuti. Ma, per intercettare le ricerche dei tuoi potenziali clienti, ti conviene utilizzare delle keyword classiche, come quelle che al momento vantano un maggior volume di ricerca.
Schwa e branding: una buona idea?
La presenza dello Schwa nel nome di un brand è frenata da almeno tre domande:
- Come pronunceresti il nome di un brand contenente lo Ə?
Sembra una questione semplice, ma non lo è: nella lingua italiana non esiste un suono corrispondente allo Scevà; dunque, le parole che lo contengono non sono facilmente pronunciabili.
- Come sostituiresti la lettera Ə all’interno di un nome dominio o di uno slug?
Questo punto non può non influire sul rapporto tra Schwa e SEO o su quello tra Scevà e marketing. Gli utenti avrebbero difficoltà a cercare il nome del brand su internet e le aziende dovrebbero prepararsi a investire di più in pubblicità sia online sia offline.
- Sei sicuro che lo Ə attirerebbe il tuo target?
Se un carattere non è facilmente accessibile né pronunciabile, è difficile che entri nel cuore dei clienti reali e potenziali, anche se rappresenta dei valori positivi come quello dell’inclusività.
Non possiamo prevedere il futuro, tuttavia è possibile che se lo Schwa diventerà davvero un modo per contraddistinguere i brand, lo farà prima nei paesi di lingua inglese, nei quali le difficoltà di accessibilità rimarrebbero elevate, ma almeno sarebbe possibile attribuire un suono al carattere Ə.